- 23 febbraio 2017
Se il Bund è come una polizza assicurativa
Che qualcuno stia comperando Bund a due anni è un dato di fatto: il prezzo del titolo (o, meglio, del benchmark) è in pressoché costante ascesa da quasi nove anni, con una accelerazione verso metà 2011, in coincidenza con la crisi dei debiti sovrani in eurozona.
- 22 febbraio 2017
Se i dati macro lasciano indifferente Wall Street
Il paradosso che esce dai dati Markit di febbraio è che l’economia della tanto bistrattata eurozona parrebbe andare meglio di quella della felice America. Ammesso che gli indici Markit siano confrontabili, il Vecchio continente starebbe crescendo a ritmi più veloci: di certo in Germania e Francia,
- 16 febbraio 2017
Le attese del mercato e le promesse di Trump
Non afferrando il senso di quello strana reazione, c’è chi dice siano state le dimissioni del consigliere per la sicurezza Michael Flynn a far indebolire il dollaro. Ma è assai più probabile, come suggeriscono altri, che gli operatori abbiano deciso di «prendere profitto», dopo i rialzi delle
- 15 febbraio 2017
La difficile sintonia tra la Fed e il mercato
Una reazione così evidente, come s’è vista ieri su dollaro e Treasury, lascia intendere che gli operatori sono rimasti sorpresi dalle parole pronunciate da Janet Yellenal Senato. Il tono del discorso è parso hawkish, «da falco», ossia aggressivo nel fantasiosolinguaggio di Wall Street. Eppure il
- 09 febbraio 2017
Le incertezze della politica e la volatilità dei mercati
Non sono i fondamentali economici a guidare i mercati, ma l'incertezza sulle elezioni in Europa e sulla politica di Donald Trump. Se davvero la rotta di Wall Street fosse tracciata dal faro degli utili aziendali, la borsa avrebbe qualche motivo per ripensare l’esuberante ottimismo: non fosse altro
- 01 febbraio 2017
Alla Casa Bianca ora serve una Fed più «docile»
Non c’è dubbio che la brusca ritirata del dollaro sia legata alle incaute parole di Trump (o meglio del suo consigliere Peter Navarro): se non altro perché c’è una coincidenza temporale tra i due fenomeni. Ma il successivo indebolimento della valuta, oltre 1,08 sull’euro, pressoché ai livelli della
- 31 gennaio 2017
L’eurozona torna sotto attacco della speculazione
Nel trambusto di ieri, la sola previsione consolante è arrivata dagli analisti di due banche: le Borse europee dovrebbero quest'anno fare meglio di Wall Street, secondo UniCredit e Goldman Sachs.Le azioni europee sarebbero, dunque, ben più attraenti di quelle americane, a detta di Erik Nielsen di
- 28 gennaio 2017
I mercati trascurano il rischio azionario
I segni di un’inversione di tendenza, ovvero dell’esaurimento del cosiddetto rialzo Trump, si sono rivelati fallaci. Quei segni, come s’era segnalato due settimane orsono, arrivavano da una apparente contraddizione del mercato: perchè, mentre Wall Street continuava a crescere, o quanto meno,
- 20 gennaio 2017
Fed e Bce su strade sempre più divergenti
Se siano state le parole di Mario Draghi o piuttosto i buoni dati macro americani a determinare il rialzo del dollaro e dei rendimenti dei Treasury è argomento controverso: anzi, una questione del tutto dipendente dai diversi punti di vista. Secondo gli operatori statunitensi, in particolare quelli
- 11 gennaio 2017
Rischio delusione con la fiducia verso Trump già alle stelle
Più che a Wall Street, è tra i cittadini e le imprese americane dove l’euforia per le promesse economiche di Donald Trump ha raggiunto livelli impensabili. Se la borsa ha tentato anche ieri di scalare un nuovo record, e c’è riuscita per un attimo nel corso delle contrattazioni, è la fiducia dei
- 10 gennaio 2017
Wall Street si chiede quanto durerà l’effetto Trump
A sentire gli operatori, Donald Trump compirà miracoli per l’economia e per la borsa americana: la fiducia dei consumatori, comunque la si misuri, è sopra i massimi del 2007, quella delle imprese è pressoché alle stelle, e l’ottimismo di Wall Street ricorda un poco l’esuberanza di fine secolo o
- 29 dicembre 2016
L’abbaglio degli analisti prima e dopo Donald Trump
Neanche tre mesi fa i grandi money manager americani intervistati da Barron’s dipingevano uno scenario poco esaltante per Wall Street e l’economia americana. La borsa, dicevano, sarebbe salita sì e no del 9% nei successivi 15 mesi, cosicché l’indice S&P, che al tempo del sondaggio viaggiava a 2.133
- 16 dicembre 2016
Il mercato guarda a Trump
Vi sono due motivi per cui i mercati hanno giudicato quasi irrilevante l'apparente aggressività della Fed. Il primo è che i rendimenti dei Treasury e quelli impliciti nei future sui Fed fund scontavano già una più rapida normalizzazione della politica monetaria.
- 06 dicembre 2016
Quella speculazione (fallita) contro l’euro
Non è successo (quasi) niente sui mercati, perché tutto s’era compiuto almeno una settimana prima del referendum. Parrebbe una variante del classico adagio delle borse: vendi sui rumori e acquista sulla notizia. Se non fosse che non c’è una vera notizia, perchè il risultato era scontato, e le
- 30 novembre 2016
La scommessa dei «ribassisti»
Dopo i rumors sulla Bce e dopo i rialzi dei titoli bancari italiani, si direbbe: tanto rumore per nulla. Se non fosse che, grazie a quel rumore, agitato spesso in modo strumentale, tanti investitori anglosassoni hanno fatto un sacco di soldi, vendendo allo scoperto.
- 25 novembre 2016
Se il rischio sui mercati sta nella compiacenza degli investitori
Se ci affidiamo all’indice Vix, per misurare i rischi dell’investimento azionario, possiamo dormire sonni tranquilli. Al livello attuale, segnala il più tranquillo dei mondi e, a quota 12, gareggia con la quiete che aveva infuso fino al febbraio del 2007: 18 mesi prima che la «più grande
- 23 novembre 2016
È esagerato il pessimismo dei mercati sul referendum
I catastrofici scenari che si dipingono, se vincesse il «no» al referendum costituzionale del 4 dicembre, potrebbero essere un tantino eccessivi. Quanto meno potrebbero essere state esagerate le conseguenze sui mercati finanziari. La sensazione s’è colta da qualche giorno tra alcuni economisti e
- 20 novembre 2016
Il debito in dollari degli emergenti è 3 volte quello dei subprime
Secondo la Banca dei Regolamenti (Bis), una sorta di bibbia in materia di finanza internazionale essendo la banca delle banche centrali, il debito in dollari dei Paesi emergenti è di quasi 3,5mila miliardi dollari. Neanche tanto, si dirà, considerando che nelle 8 sedute seguite all’elezione di
- 19 novembre 2016
La «rivoluzione» Donald Trump sui mercati
Quando si possano acquietare le acque, dopo lo sconquasso Trump, è argomento cui è difficile dare risposta. Pensavamo che la seduta di ieri potesse un poco rassicurare: perché, a parte l’usuale scivolata di Piazza Affari, Wall Street pareva più tranquilla, i Treasury americani accennavano a
- 18 novembre 2016
Le mosse Fed, il superdollaro e quei movimenti sui titoli di Stato
Dalle parole di Janet Yellen, par davvero di capire che la Federal Reserve alzerà i tassi d’interesse a dicembre, come del resto aveva già pienamente scontato il mercato.