- 14 gennaio 2021
Bassa crescita e deflazione, l’Europa rischia la «sindrome giapponese»?
Bassa crescita, bassa inflazione se non deflazione, ma soprattutto molti debiti pubblici e privati e tante aziende zombie che faticano a sopravvivere: le difficoltà di uscire dalla gabbia della stagnazione
- 12 febbraio 2019
I vent’anni di tassi a zero del Giappone, ultimo nell’exit strategy
I predicatori medievali ne sarebbero stati entusiasti: il denaro, “sterco del diavolo”, non doveva generare altro denaro e ogni interesse concesso era da considerare usura, proibita da un passo del Vangelo di Marco. Sono passati vent’anni da quando la Banca del Giappone (BoJ) introdusse un grande
- 09 aprile 2016
Un fondo per le imprese che valorizzi la loro «ricchezza immobilizzata»
Crescere, o fallire. Mai come in questa fase di ripresa lentissima le prospettive delle aziende più piccole si sono manifestate in un’alternativa così brutale. E così ardua: gli stessi debiti che minacciano la continuità aziendale impediscono infatti alle aziende che più avrebbero bisogno di
Il Qe serve ma da solo non basta per la crescita
La politica monetaria non convenzionale del Qe è utile per aiutare il credito e rilanciare la crescita. Richard Koo, capo economista di Nomura, non ha dubbi davanti alla platea del Workshop Ambrosetti a Cernobbio sebbene Martin Wolf, economista del «Financial Times», lo abbia sfidato affermando che
- 21 febbraio 2016
Banche centrali, la trappola della liquidità
Con quello che potrebbe essere facilmente considerato un gesto finale di disperazione, le banche centrali stanno per abdicare al ruolo loro affidato di amministrare e controllare in modo efficace l’economia. Prima ci sono stati i tassi di interesse a zero, poi il quantitative easing, adesso i tassi
- 04 febbraio 2016
Giappone, già svanito l'effetto dei tassi negativi su yen e mercati
Il Nikkei era balzato di oltre 800 punti in due giorni e lo yen si era indebolito da 119 a 121 sul dollaro. Ma a meno di una settimana di distanza
- 28 agosto 2014
Richard Koo (Nomura Institute): «Con i tassi ai minimi storici, finestra di opportunità per stimoli fiscali nell'Eurozona»
Con i tassi di interesse in Europa ai minimi storici anche nei Paesi finanziariamente piu' deboli, si e' creata una finestra di opportunita' senza precedenti
- 17 giugno 2014
«Tutte le ragioni perché la Bce non basta»
TOKYO - Le misure di allentamento monetario varate dalla Banca centrale europea il 5 giugno scorso sono insufficienti per provocare una sensibile espansione
- 04 aprile 2014
Le nuove mosse della Bce e l'Italia made in Renzi di scena a Cernobbio
Il Quantitative easing all'europea preannunciato ieri dal presidente Bce Mario Draghi, il sostegno alla ripresa europea e alla "ripresina" dell'Italia, di
- 03 aprile 2014
Una ricetta semplice per risolvere la crisi europea secondo l'economista Richard Koo
E' l'uovo di Koolombo: l'autorevole economista del Nomura Institute, Richard Koo - in arrivo in Italia in questi giorni per il Workshop di Cernobbio di The European House-Ambrosetti - propone una ricetta per porre fine alla crisi del debito europeo e rilanciare l'Europa: una soluzione, a suo parere, semplice, efficace e possibilissima in quanto senza oneri per i tedeschi, senza necessità di una stretta integrazione fiscale, senza eurobond. In grado di risolvere il problema una volta per tutte e impedire una crisi esplosiva sempre dietro l'angolo, nonostante la relativa e provvisoria bonaccia attuale. Koo, il massimo esperto dei problemi dell'economia giapponese dagli anni '90 in poi, è noto soprattutto per la sua teoria della "recessione da balance sheet". Che molti Paesi europei siano sostanzialmente in recessione da balance sheet è dimostrato dal fatto che il settore privato ha aumentato negli ultimi anni il risparmio - comprendendo la riduzione del debito – nonostante i tassi di interesse ai minimi storici."Se guardiamo a Paesi come Spagna, Italia, Irlanda, Portogallo - e anche Regno Unito - vediamo che il risparmio del settore privato eccede il deficit di bilancio" (l'eccezione qui è solo la Grecia). Perché allora i tassi di interesse si erano alzati in Paesi come Italia e Spagna anche se il risparmio privato eccedeva il deficit di bilancio? "Se sei un gestore di fondi in Usa, Giappone o Uk regolamentato - osserva Koo - non puoi assumere un rischio di cambio eccessivo o troppi rischi sul capitale (ad es. non puoi mettere tutti i tuoi soldi in azioni e devi riservarne una parte al reddito fisso). E se il settore privato nel complesso del Paese non sta assumendo nuovo debito, dove puoi mettere i soldi? L'unico posto sono i titoli di Stato". In Europa, invece, questo meccanismo non funziona per un motivo molto semplice. "Se sei un gestore italiano o spagnolo esattamente nella stessa situazione, non devi necessariamente comprare titoli italiani o spagnoli. Puoi comprare bond tedeschi, olandesi,finlandesi perché sono tutti nella stessa area valutaria. Ci sono 17 scelte, mentre in Giappone o Uk o Usa solo una". In pratica, si è creata una fuga di capitali per cui il risparmio dei Paesi deboli dell'Eurozona va a finanziare le economie più forti dell'area. Il suggerimento di Koo è che va introdotta una misura per assicurare che una parte consistente del risparmio di un Paese "debole" resti in quel Paese anziché finire in Bund. Il suggerimento è l'introduzione di meccanismi di incentivazione in questo senso. Koo pensa all'introduzione di "risk weights" più bassi per il possesso di bond domestici rispetto alla detenzione di bond esteri (con requisiti maggiori per il possesso di bond non nazionali), come meccanismo per favorire il riciclo del risparmio dentro il Paese in cui è originato. Con una intesa collettiva sui relativi requisiti, insomma, andrebbe reso un po' più oneroso alle istituzioni finanziarie di ogni singola nazione la detenzione di bond non domestici rispetto al possesso di bond nazionali. In questo modo i tassi domestici nell'Europeriferia resterebbero bassi e non ci sarebbero più crisi. In aggiunta, la Banca Centrale Europea - anzi, la Troika - dovrebbe dare la sua piena benedizione al fatto che i Paesi in balance sheet recession possano superare il limite del 3% fissato per il deficit dal trattato di Maastricht.
Richard Koo: «Ecco la mia ricetta per salvare l'Europa senza oneri per i tedeschi»
TOKYO - E' l'uovo di Koolombo: l'autorevole economista del Nomura Institute, Richard Koo – in arrivo in Italia in questi giorni per il Workshop di Cernobbio di
- 29 gennaio 2014
Per curare gli Usa non bastano due trimestri - NODO IRRISOLTO
Il rapporto tra debito e reddito delle famiglie è sceso al 109% ma resta 35 punti sopra la media degli ultimi tre decenni
- 28 gennaio 2014
La falsa ripartenza dell'America
NEW HAVEN – I mercati finanziari e il cosiddetto "consenso di Davos" condividono appieno l’idea che, negli Stati Uniti, qualcosa di simile a una ripresa
- 24 giugno 2013
Le mosse della Fed aprono una nuova, delicata, fase anche a Tokyo
TOKYO – «Una cosa deve essere chiara: noi della Banca del Giappone ci siamo impegnati formalmente a porre fine alla deflazione e conseguire un tasso di
- 03 giugno 2013
The American Consumer is Not Okay
NEW HAVEN – The spin-doctors are hard at work talking up America’s subpar economic recovery. All eyes are on households. Thanks to falling unemployment, rising
- 03 giugno 2013
Il consumatore americano non sta bene
WHAVEN – I tuttologi si prodigano a parlare di ripresa economica americana. Tutti gli occhi sono puntati sulle famiglie. Grazie alla disoccupazione in calo, ai
- 31 maggio 2013
The American Consumer is Not Okay
NEW HAVEN – The spin-doctors are hard at work talking up America’s subpar economic recovery. All eyes are on households. Thanks to falling unemployment, rising
- 10 marzo 2013
L'Europa ora studia il «modello Usa»
Il ruolo dell'industria come elemento cruciale di una crescita sostenibile e duratura
- 09 marzo 2013
Tokyo fuori dalla recessione
La Borsa festeggia e chiude in rialzo del 2,6% - Yen ai minimi da 3 anni - LA LEVA MONETARIA - A gennaio terzo mese consecutivo di deficit delle partite correnti: adesso Abe ha un argomento in più per difendere la svalutazione
- 15 dicembre 2012
Il Giappone guarda a destra e dà una scossa ai mercati. Favoriti i liberaldemocratici di Abe
TOKYO - Nessuno se l'era aspettato. Le elezioni giapponesi di domenica prossima sono diventate uno dei più potenti "market mover" delle ultime settimane: dal