Euclid Tsakalotos, nato nel 1960 a Rotterdam, è il nuovo ministro delle Finanze greco.
Tsakalotos è un economista che ha studiato principalmente all'estero, in particolare a Oxford.
Membro del comitato centrale di Syriza, deputato dal 2012, è docente di economia all'Università di Atene.
Tsakalotos, al pari del suo predecessore Varoufakis, usa molto twitter, e ritiene che il debito greco - da ristrutturare - sia al cuore della crisi ellenica. Presenta i suoi argomenti in maniera meno effervescente del dimissionario Yanis, ma non è meno drastico e radicale nella critica delle ricette economiche che hanno contribuito a generare la crisi finanziaria mondiale.
Tasakalos è un economista noto all'elite politica di Westminster, infatti i quotidiani britannici lo descrivono come «il ministro ombra» sino ad oggi.
La sua nomina sarebbe un'ufficializzazione di una realtà già rodata nelle settimane scorse, da quando - era fine aprile - Varoufakis era stato de facto commissariato dal premier Tsipras, che gli aveva affiancato l'allora viceministro per le Relazioni Economiche Internazionali, che oggi assume le redini delle Finanze. Contrariamente al suo predecessore, Tasakalos non è un outsider rispetto a Syriza, nelle cui fila milita da quasi un decennio.
È stato deputato nel parlamento di Atene dal 2012, tuttavia viene considerato più un accademico prestato alla politica che un politico al lavoro in economia.
Tasakalos ha conseguito un dottorato ad Oxford ed ha avuto diversi incarichi alle università del Kent e di Atene, è autore o co-autore di sei libri, l'ultimo l'ha pubblicato nel 2012.
Nell'ultimo libro il neo ministro delle finanze greche sembra già essere alla ricerca del bandolo della matassa nella complicatissima crisi greca, con il suggestivo titolo «Il crogiuolo della resistenza: Grecia, Eurozona e la Crisi economica mondiale». Secondo Euclid Tsakalos il suo Paese sta pagando non solo il prezzo di turbolenze economiche, ma di una crisi di democrazia nell'eurozona.
Il nuovo ministro greco è un convinto difensore della necessità di tenere la Grecia nella moneta unica.
Sarà lui, quindi, a dover gestire la nuova trattativa con i creditori.