Privatizzazioni
Trust project- 21 marzo 2025
Un altro sciopero nei trasporti
Quarto sciopero dall'inizio dell'anno nel settore del trasporto pubblico.Il prossimo, previsto per il 1° aprile, è stato revocato per la firma apposta proprio ieri sul rinnovo del Ccnl (in ritardo) dalla gran parte delle sigle sindacali. Confermato invece lo sciopero indetto per oggi dalle sigle minori. Il settore resta tra i più conflittuali tra quelli dei servizi pubblici essenziali.Ne parliamo con Orsola Razzolini, ordinaria di diritto del lavoro l'università Statale di Milano ed ex presidente della Commissione Garanzia sciopero ed Alessandro Nannini dei Cobas lavoro privato.
- 25 febbraio 2025
Addio a Roberto Poli, protagonista dell’economia italiana tra grandi aziende e privatizzazioni
«Le grandi aziende hanno la funzione di stabilizzatori del sistema economico nazionale e internazionale. Soprattutto quando un modello come quello capitalista può apparire in crisi», dice Roberto Poli a inizio del secolo, poco dopo la sua nomina a presidente dell’Eni. Ieri si è spento a 86, dopo
- 10 febbraio 2025
Banche, quella scossa improvvisa alla foresta pietrificata
Nello spazio di una generazione il sistema bancario italiano ha subito un’evoluzione che in altri paesi ha richiesto secoli. Agli inizi degli anni Novanta, Giuliano Amato aveva creato la fortunata definizione di “foresta pietrificata”: la riforma radicale dell’ordinamento avviata allora, unita alle
- 25 gennaio 2025
Mediobanca da Cuccia a Mps: così il gran burattinaio è diventato preda
Le tradizioni tengono insieme storia e novità. Il piazzale interno di palazzo Visconti-Ajmi, sede di Mediobanca dalla fondazione, non si può attraversare a piedi. Si cammina ai lati, sotto il loggiato. Così era ai tempi di Enrico Cuccia, e forse è ancora oggi così. Il tempio finanziario di
- 23 gennaio 2025
Controvento: la vera storia di Bettino Craxi, il debito pubblico e la fine della Prima repubblica
Quali furono le «vere ragioni» che portarono alla caduta della Prima repubblica? Cosa disse Mario Draghi il 2 giugno del 1992 sul panfilo di Sua Maestà la Regina sulle privatizzazioni delle aziende pubbliche italiane? Di chi è la responsabilità storica del debito pubblico italiano? A questi e ad
- 14 gennaio 2025
Come poter ripensare lo Stato regolatore per una vera riforma
Ri-formare, etimologicamente, richiama l’esigenza di conferire una nuova forma a qualcosa che già esiste ma per la quale si avverte la necessità di apportare novità di carattere sostanziale tanto da attribuire alla stessa una nuova “forma”. Conferire una nuova forma, tuttavia, significa anche
Rassegna Stampa del 14 gennaio 2025
Rassegna Stampa del 14 gennaio 2025
- 23 dicembre 2024
«Più libertà di aumentare l’Irpef ai ricchi»
Sembra strano, dopo tanti bilanci complicati, ma quest’anno Emmanuel Conte, assessore al Bilancio di Milano, tira una sospiro di sollievo. I problemi ci sono sempre, come in tutte le grandi città, sia ben chiaro. Ma per il previsionale del 2025 Conte rivendica di aver «migliorato i conti in modo
- 09 dicembre 2024
«Il benessere collettivo è perseguibile se cade parte dell’utilità individuale»
«Tanti anni fa abbiamo perso la nostra guerra culturale. Negli anni 80, negli Stati Uniti gli economisti di ispirazione neoclassica hanno assunto una posizione egemonica, la scuola di Chicago è cresciuta molto e il Washington Consensus è diventato la prima struttura politica e culturale. E noi ci
- 30 novembre 2024
Aznar: «In Spagna preoccupa la sostenibilità del debito, ma il problema è politico»
L’ex primo ministro spagnolo José Maria Aznar ha lasciato la Moncloa nel 2004. Aveva 51 anni, ma non si è ritirato a scrivere le sue memorie. Oggi è l’unico membro non anglosassone del board di News Corp.
Poste, collocamento in primavera. C’è un ruolo per le Fondazioni
Il 2024 si avvia verso la sua conclusione senza che il governo abbia raggiunto il target di incassi da privatizzazioni per rispettare le previsioni della manovra dello scorso anno, che indicava circa 20 miliardi in tre anni. La cessione di una tranche di Poste Italiane, messa sulla rampa di lancio
- 13 novembre 2024
Roma, addio alla vendita della caserma Guido Reni: nel 2025 bando Cdp per partner sviluppatore
Il valore proposto da Coima è stato giudicato congruo ma lontano dalle aspettatve. Il nodo del social housing
- 21 ottobre 2024
In Borsa la selezione si fa seguendo la curva dei tassi
banche europee sono sempre al centro dell’attenzione. Soprattutto da noi, visto il peso che rivestono a Piazza Affari in termini di capitalizzazione e il ruolo che hanno sull’andamento del principale indice.
- 16 ottobre 2024
Banche europee e tassi d’interesse, come scegliere i migliori titoli in Borsa
Le banche europee sono sempre al centro dell’attenzione. Soprattutto da noi, visto il peso che rivestono a Piazza Affari in termini di capitalizzazione e il ruolo che hanno sull’andamento del principale indice.
Manovra 2025, ancora dubbi su stanziamenti a sanità e accise
Il Governo delinea la strategia di politica economica per il prossimo anno. E lo fa, si legge in una nota di Palazzo Chigi, «tenuto conto del nuovo quadro di regole europee e del contesto economico, negativamente influenzato dall incertezza globale connessa alla prosecuzione del conflitto russo-ucraino e al peggioramento della crisi in Medio Oriente. Martedì 15 ottobre il Consiglio dei ministri ha approvato la manovra 2025 che, secondo le indicazioni fornite dal ministero dell Economia e delle Finanze, in termini lordi pesa circa 30 miliardi nel 2025, più 35 miliardi nel 2026 e oltre 40 miliardi nel 2027.Una parte delle coperture è garantito in deficit, ben 9 miliardi, per il resto l impianto regge grazie a maggiori entrate e tagli. Il lungo tira e molla con le banche e le assicurazioni permetterà alle casse dello Stato di beneficiare di una maggiore liquidità di 3,5 miliardi.Il disegno di legge di bilancio è giunto a sorpresa sul tavolo del Consiglio dei ministri, con una settimana d anticipo rispetto al previsto la terza manovra del governo Meloni. Il Governo ha giocato la carta del blitz e con uno scatto inatteso ha chiuso anzitempo il cantiere di quella che una volta veniva chiamata Finanziaria . Un accelerazione, secondo alcune fonti, dettata dalla necessità di rispettare i tempi Ue e anche dall intenzione di rispettare la scadenza interna che vorrebbe la manovra inviata al parlamento entro il 20 ottobre. Le ore che hanno preceduto il vertice a Palazzo Chigi sono state caratterizzate da trattative febbrili, alla ricerca di una quadra sulle coperture.A tener banco nella giornata di oggi i fondi che verranno destinati alla Sanità e il tema delle accise non ancora chiarito.Il commento di Dino Pesole, editorialista de Il Sole 24 Ore.Dalle banche anticipo di cassa da 3,5 miliardi in due anni, cosa vuol dire?Il contributo del settore bancario alla manovra finanziaria avrà un impatto di circa 3,5 miliardi su due annualità, il 2025 e il 2026, con un impatto in media attorno a 1,75 miliardi per ogni anno. È questo il punto di equilibrio raggiunto nella tarda mattinata di ieri tra gli esponenti del settore del credito, rappresentati dall Abi, e i tecnici del ministero per l Economia.Il contributo delle banche che, va ricordato, si configura come un anticipo di cassa e quindi dovrà essere recuperato, prevede il rinvio delle deduzioni su svalutazioni di crediti, avviamernti e svalutazioni legate all introduzione dei principi Ifrs9. Rinvio che sarà fatto per due annualità: il 2025 e il 2026. I valori delle quote di deduzioni annue non sono semplicissimi da calcolare, soprattutto perché il ministero dell economia e le banche usano modelli differenti.In ogni caso i numeri individuati dal ministero ai fini della definizione della manovra andranno al vaglio del comitato esecutivo dell Associazione bancaria che si riunirà oggi sotto la presidenza di Antonio Patuelli. Il contributo trattenuto con il rinvio delle deduzioni verrà recuperato gradualmente dalle banche nell arco del triennio successivo alle due annualità, dunque tra il 2027 e il 2029. Va detto che se anche oggi il ministero per l Economia fisserà un valore finale per le entrate derivanti dal contributo delle banche, i numeri potrebbero cambiare al momento della monetizzazione di quelle somme. Questo potrebbe accadere perché le quote annuali derivanti dal rinvio delle deduzioni sulle tre diverse voci delle Dta sono calcolate utilizzando i dati relativi a fine 2022, perché quelli relativi al 2023 e al 2024 oggi ancora non sono disponibili. Una volta che i dati del biennio seguente saranno stati acquisiti potrebbe emergere che il valore delle deduzioni da rinviare sia maggiore, con un importo più elevato che entrerà nelle casse dello Stato.L'analisi di Laura Serafini, Il Sole 24 Ore.Polemiche sulla riaccensione dell'altoforno 1 dell'ex IlvaIl Governo eserciterà la golden power nella nuova privatizzazione dell'ex Ilva e non avrà alcuna partecipazione societaria così come è avvenuto, attraverso Invitalia, nella precedente gestione, quella targata ArcelorMittal.Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ieri pomeriggio a Taranto per la riaccensione di un secondo alfoforno, il numero 1, spento da agosto 2023 (hanno lavorato al suo ripristino circa 3mila addetti), delinea la strategia dell'Esecutivo mentre la procedura di vendita si avvia ad uno snodo cruciale: la presentazione delle offerte vincolanti da parte dei potenziali acquirenti entro fine novembre. Per Urso «la garanzia data dalla golden power è molto più cogente di qualunque contratto». Questo riguarda, spiega il ministro, «il processo sul piano degli investimenti finanziari, dei livelli produttivi e occupazionali, e, ovviamente qui più decisivi e importanti che in altri campi, della salute e dell'ambiente. Eserciteremo i diritti della golden power che prescrive condizioni vincolanti ribadisce Urso . L'ultima volta è stato per la vendita di alcune quote della Comau. E in campi strategici come lo sono la robotica e la siderurgia, porremo delle condizioni vincolanti attraverso le procedure e la presentazione di piani, semestrali o annuali, per garantire che tutto vada secondo le prescrizioni vincolanti per l'acquirente, soprattutto se fosse non europeo». No, invece, allo Stato dell'azionariato, perché i precedenti risultati non sono stati certo positivi: «I risultati sono quelli noti a tutti», commenta Urso.L'intervento a Focus Economia di Domenico Palmiotti, Il Sole 24 Ore.La crisi demografica in Italia pesa 5 volte più che nel resto della UeSecondo una ricerca di Adapt, l'associazione per gli studi internazionali e comparati sul diritto del lavoro e sulle relazioni industriali, entro il 2030 il numero di occupati del nostro Paese subirà un calo del 3,2% contro lo 0,6% dell'Europa. Secondo i dati pubblicati nel working paper, firmato da Francesco Seghezzi e Jacopo Sala (rispettivamente presidente e junior fellow di Adapt) pubblicati oggi dal Sole24ore, tra meno di sei anni ci saranno 730mila lavoratori in meno.L'effetto combinato dell'invecchiamento della popolazione e del calo delle nascite sta riducendo fortemente la platea di persone in età da lavoro (quelle tra i 15 e i 64 anni), questo fenomeno interessa tutta l'Europa, ma nel nostro Paese è più marcato ed è destinato a peggiorare. Nel 2030 il numero di occupati in Italia subirà un calo del 3,2%, contro lo 0,6% della media europea, a causa della maggiore incidenza degli effetti demografici nel nostro Paese. Nel 2040, dunque fra meno di vent'anni, il calo di occupati in Italia arriverebbe al 13,8% e al 20,5% nel 2050. Tradotto in numeri assoluti, nel 2040 si stima ci saranno 3,1 milioni di lavoratori in meno e nel 2050 il calo arriverebbe a 4,6 milioni.Guardando alla distribuzione degli occupati per fasce d'età, emerge dall'analisi come la riduzione colpisca in modo trasversale tutta la popolazione lavoratrice: nel 2030, nella fascia 35-49 anni i lavoratori saranno il 10,8% in meno, un calo di quasi un milione. Tra i 15 e i 34 anni i lavoratori aumenteranno dello 0,9% nel 2030, per poi calare progressivamente, fino al 2040 quando ci saranno 450mila lavoratori in meno e oltre un milione di lavoratori in meno nel 2050.Il commento ai microfoni di Vincenzo Miglietta di Francesco Seghezzi, direttore fondazione ADAPT.
- 04 ottobre 2024
FiberCop-Open Fiber, il Tesoro vuole la rete unica
C’è da dire che al Tesoro, inteso come istituzione, non difetta la coerenza. Per Sparkle, la società dei cavi sottomarini che fa capo a Telecom Italia e che da sempre è ritenuta strategica (anche perchè passa in zone calde del pianeta), la cifra offerta in settimana - 700 milioni - è ancora la