- 13 aprile 2025
Nicola Sbetti:" La prima sfida di Coventry? Riportare la Russia all'interno del Cio"
"Quella di Kirsty Coventry è una nomina dal forte valore simbolico, ma anche politico. La prima sfida per la neo-presidente? Creare i presupposti per la riammissione effettiva degli atleti russi, una volta concluso il conflitto in Ucraina": così a Olympia (in onda ogni domenica h1630 su Radio24-IlSole24Ore) il professor Nicola Sbetti, docente di storia dell'educazione fisica e dello sport all' università di Bologna, e membro della Società Italiana di Storia dello Sport, commenta l'elezione della nuova presidente del Cio.
Una donna presidente del Cio: ma non ditelo a De Coubertin...
Le donne? Lui non le avrebbe mai volute vedere non solo come dirigenti, ma persino come atlete in gara ai giochi Olimpici! Beh, quasi due secoli dai tempi di Pierre De Coubertin, il creatore delle Olimpiadi moderne, non sono però passati invano! Basti pensare che il Comitato Olimpico Internazionale, di fatto il governo dello sport mondiale, il 20 marzo ha eletto (per la prima volta nella storia) come sua nuova presidente proprio una donna, per di più giovane (appena 41 anni), africana (è nata in Zimbabwe) ed ex atleta (plurimedagliata olimpica e mondiale nel nuoto): Kirsty Coventry, che succede così al tedesco Thomas Bach.Quale il significato di questa scelta rivoluzionaria? Come ci si è arrivati? E quali le sfide che la nuova presidente dovrà affrontare per non far perdere allo sport mondiale la rotta nella tempesta geopolitica contemporanea?Ne parliamo oggi a Olympia con il professor Nicola Sbetti, docente di storia dell'educazione fisica e dello sport all' università di Bologna, e membro della Società Italiana di Storia dello Sport, e con Manuela Di Centa, vincitrice di due ori, due argenti e tre bronzi olimpici nello sci di fondo, nominata nel 1996 nella commissione atleti del Coni e nel 1998 nella stessa commissione del Cio, di cui è stata membro per oltre un decennio e di cui è ancora oggi membro onorario.
- 17 giugno 2024
3. Le Olimpiadi e la Guerra Fredda
Una cortina di ferro che divide l'Europa e il Mondo. È quella che si erge tra l'Occidente e il blocco comunista dopo il Secondo Conflitto Mondiale, e malgrado le olimpiadi del 1948 a Londra, che avevano segnato la ripartenza del movimento olimpico nel nome della pace ritrovata. Eppure, proprio nel nuovo scenario geopolitico internazionale, lo sport e i Giochi rimangono terreno di confronto e di dialogo tra i due blocchi, con Roma 1960 che sembra celebrare una serenità ritrovata, ma solo apparente, e che anzi prefigura le nuove tensioni del decennio che verrà. La Guerra Fredda pervade questo episodio di “Olimpiadi di pace e di guerra” che con il professor Nicola Sbetti, membro della società Italiana di storia dello Sport e docente di storia dell'educazione fisica e dello sport presso l'Università di Bologna, ci porterà al di là della cortina di ferro.
8. Da Pechino 2008 a Parigi 2024: le Olimpiadi del Mondo Nuovo
Pechino che diventa la prima città nella storia a ospitare i Giochi estivi ed invernali, la Russia di Putin che utilizza lo sport per consolidare il ruolo dello zar e mascherare i propri propositi di guerra, l'Arabia Saudita e gli altri Paesi del Golfo Persico che a suon di petrodollari diventano attori protagonisti nell'organizzare i grandi eventi sportivi globali. L'ultima tappa del nostro viaggio verso Parigi 2024 ci pone degli interrogativi fondamentali: di chi è lo sport postmoderno? E chi vince la partita finale tra sport e guerra? Ce lo siamo chiesti in questo episodio di “Olimpiadi di pace e di guerra” in compagnia del professor Nicola Sbetti, membro della società Italiana di storia dello Sport e docente di storia dell'educazione fisica e dello sport presso l'Università di Bologna.
- 12 marzo 2023
Tra guerra e pace: i Giochi di Parigi2024 e il rischio boicottaggio
Fitte nubi si addensano sul presente e sul futuro di tutti noi, e anche, ovvio, dei prossimi Giochi Olimpici estivi di Parigi 2024. Come abbiamo sentito la minaccia di boicottagiio è reale, visto che molti Paesi occidentali tra cui l'Italia - come confermato dalle parole del ministro dello sport Andrea Abodi - hanno firmato un documento in cui chiedono conto al Comitato Olimpico Internazionale del concetto di neutralità, sotto cui il Cio vorrebbe far partecipare atleti russi e bielorussi ai Giochi parigini, pur senza maglia e inno nazionale. Insomma un testo che si ferma giusto un millimetro prima di un boicottaggio esplicito, quello invece già dichiarato dall'Ucraina e altre nazioni in caso di partecipazione russa e bielorussa. Intanto, la boxe un boicottaggio lo sta già vivendo, mentre gli scacchi hanno anticipato crisi e soluzioni. Ne parliamo con lo storico dello sport Nicola Sbetti, il presidente della Federboxe Flavio D'Ambrosi e quello della Federscacchi Luigi Maggi.
- 27 novembre 2022
Brizzi: "Includere la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani tra i testi di riferimento per le prossime assegnazioni"
"Cosa fare in futuro per evitare altri casi-Qatar? accettare candidature attente ai diritti civili, umani e d'espressione e all'impatto ambientale. Si potrebbe includere la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, ratificata dall'Onu nel dicembre 1948, tra i testi cui far riferimento nel presentare le candidature stesse": così a Olympia (in onda ogni domenica alle 16.30, in replica il sabato alle 22.30), Riccardo Brizzi, professore associato di storia contemporanea presso l'Università di Bologna ed esperto di storia del calcio e dello sport, autore con Nicola Sbetti del volume "La diplomazia del pallone"; edito da Le Monnier
Brizzi:"Gravi le responsabilità della Fifa nell'assegnazione dei Mondiali a Russia e Qatar"
"Le responsabilità della Fifa in questa doppia assegnazione sono gravi, evidenti e note; senza dimenticare che al momomento dell'assegnazione, nel 2010, sia Russia che Qatar avevano già evidenziato le loro mire politico-economiche espansionistiche, a dispetto degli equilibri e delle convenzioni internazionali": così a Olympia (in onda ogni domenica alle 16.30, in replica il sabato alle 22.30), Riccardo Brizzi, professore associato di storia contemporanea presso l'Università di Bologna ed esperto di storia del calcio e dello sport, autore con Nicola Sbetti del volume "La diplomazia del pallone"; edito da Le Monnier
- 16 marzo 2022
Le lacrime di Azarenka, il (presunto) no di Dzyuba: anche lo sport è in trincea
Dalla tennista Victoria Azarenka al calciatore Artem Dzyuba, passando per Yarmolenko, come reagisce alla guerra il mondo dello sport
- 12 settembre 2021
Kabul anno zero: l'Afghanistan e lo sport al tempo dei talebani
11 settembre 2001: l'attacco di Al Quaeda alle Torri Gemelle di New York. 11 settembre 2021: il nuovo governo di Kabul già da qualche giorno sta disegnando le sue nuove strategie, dopo il ritorno al potere dei talebani e la drammatica evacuazione del Paese attraverso l'aeroporto della capitale.Vent'anni che disegnano una parabola che non coincide solo con la storia dell'Afghanistan, ma con quella dell'intero Occidente, e di ognuno di noi. Anche attraverso lo sport, che di tensioni e mutamenti geopolitici è sempre la più immediata cartina di tornasole.Cosa ha rappresentato in questi 20 anni lo sport per l'Afghanistan? e cosa rappresentarà, da adesso in poi, in particolare per le donne, che anche attraverso l'attività sportiva avevano cercato una nuova via per l'emancipazione?Dario Ricci ne parla con lo storico dello sport Nicola Sbetti, il presidente della federazione Cricket italiana Fabio Marabini, l'ex giocatore azzurro di cricket Kelum Perera e la giornalista inviata di guerra Barbara Schiavulli. olympia@radio24.it La regia della puntata è a cura di Valeria Bernardi
- 28 agosto 2021
Il cricket e l’Afghanistan dei Talebani: una partita da (almeno) 40 milioni di dollari
Il nuovo regime talebano che è tornato al potere in Afghanistan dopo vent'anni si è affrettato a far intendere al mondo che il cricket non solo sarà tollerato, ma anzi incentivato
- 30 maggio 2021
Nicola Sbetti:" Con Onesti il Coni rinasce dopo gli anni bui del fascismo"
"La lunga presidenza di Giulio Onesti garantisce la sopravvivenza del Coni nell'immediato secondo dopoguerra, e anche la sostanziale autonomia dello sport italiano dal potere della politica, pur rimanendo degli elementi di continuità che sopravvivono alla caduta del regime fascista": così il professor Nicola Sbetti, storico dello sport e membro della Società Italiana di Storia dello Sport (Siss) rivive a Olympia (in onda ogni domenica alle 16.30 e in replica ogni sabato alle 22.30) miti e verità relative a Giulio Onesti, che guidò il Comitato Olimpico Nazionale Italiano dal 1946 al 1978.
Dal Coni ai portabandiera: il cuore dell'Italia che sogna Tokyo
Giovanni Malagò rieletto per la terza volta - l'ultima ora consentita - presidente del Coni, che indica la strada verso Tokyo 2021, e la sua vicepresidente vicaria, l'ex martellista Silvia Salis, che sottolinea i traguardi da raggiungere, a breve e medio termine, per un governo dello sport - quello nominato di recente al Tennis Club Bonacossa di Milano - mai così caratterizzato dalla presenza femminile (ben 5 donne in giunta, tra cui oltre alla Salis, l'altra vicepresidente Claudia Giordani). Ebbene oggi qui a Olympia andiamo proprio alle radici dello sport italiano, illuminando una figura che l'ha segnato in modo indelebile, cioè quella di Giulio Onesti, che a guida del Coni venne eletto proprio a Milano nel 1946, per rimanervi fino al 1978, tre anni prima della scomparsa a 71 anni. Seguendo poi le orme dei due portabandiera che guideranno l'Italia a Tokyo 2021, il ciclista Elia Viviani e la tiratrice a volo Jessica Rossi, riscopriremo il mito di Pietro Bragaglia, il ginnasta che fu il primo portabandiera azzurro, a Londra 1908. Ospiti due membri della Società Italia di Storia dello Sport: il professor Nicola Sbetti e Mirko Rimessi dirigente della Palestra Ginnastica Ferrara, proprio la società per cui gareggiava Bragaglia
- 07 febbraio 2021
Nicola Sbetti: "I Mondiali del 1941 nel cupo clima della guerra, ma Cortina rinascerà coi Giochi del '56"
"I Mondiali di sci del 1941 risentono del clima cupo della guerra e della propaganda nazifascista, ma Cortina saprà poi rinascere per divenire la prima città italiana a ospitare le Olimpiadi, nel 1956": così il professore Nicola Sbetti, storico dello sport e membro della Siss (Società Italiana di storia dello Sport) rievoca a Olympia (in onda ogni domenica alle 16.30 e in replica ogni sabato alle 22.30) la rassegna iridata di sci alpino e nordico voluta a Cortina dal regime nazifascista, i cui risultati vennero poi cancellati una volta terminato il conflitto.
Cortina 1941, il Mondiale cancellato
Ormai alle porte i mondiali di sci alpino di Cortina: dall'8 al 21 febbraio si gareggerà, ahinoi senza pubblico come ben sappiamo, e pure senza la nostra Sofia Goggia, infortunata cui anche Olympia invia il migliore degli in bocca al lupo. Rapporto sempre complicato quello di Cortina coi Mondiali, dopo l'edizione 1932; anche l'attuale arriva dopo quattro candidature andate a vuoto; meglio, decisamente meglio, con le Olimpiadi, quelle del 1956 e poi quelle che arriveranno nel 2026 co-organizzate con Milano. E pensate che nel febbraio del 1941, in piena seconda guerra mondiale, proprio Cortina ospitò anche un'altra rassegna iridata, i cui risultati vennero però cancellati al termine del conflitto. Proprio di quell'edizione del 1941 parliamo nella puntata di oggi, con lo storico dello sport Nicola Sbetti e uno dei volti più noti di Skysport, Giovanni Bruno, con cui rivivremo il mito di Celina seghi, campionessa e pioniera dello sci femminile in Italia. olympia@radio24.it La regia della puntata è a cura di Carmelo Lauricella
- 12 luglio 2020
Sbetti:"Le Olimpiadi di Cortina '56 e Roma '60 successi diplomatici della giovane Italia repubblicana"
"Alla giovane Italia repubblicana, uscita con le ossa rotte dalla Seconda Guerra Mondiale, riuscì quello cche non era riuscito al regime fascista, cioè portare in Patria le Olimpiadi invernali (Cortina 1956) ed estive (Roma 1960): un successo diplomatico costruito con caparbietà e determinazione": così nel suo "Giochi diplomatici - sport e politica estera nell'Italia del secondo dopoguerra" (edito da Fondazione Benetton Studi e Ricerche/Viella), Nicola Sbetti, storico dello sport e componente della Siss, la Società Italiana di Storia dello Sport, ospite di Sfogliando Olympia (ogni domenica alle 16.30 e in replica alle 23.10), ripercorre la rinascita sportiva italiana dopo il secondo conflitto mondiale.
- 10 luglio 2020
Tutto lo sport che c'è nella penna di Vittorio Sereni - I Giochi diplomatici dell'Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale
Affondano le loro radici nel secondo conflitto mondiale, i due libri di letteratura sportiva che leggiamo oggi a Sfogliando Olympia insieme a Dario Ricci: "Il verde è sommerso in nerazzurri -Vittorio Sereni e lo sport: scritti 1947-1983", edito da Nomos Edizioni e curato da Alberto Brambilla, racconta delle intense e neppure troppo nascoste passioni sportive - due su tutte: l'Inter e Fausto Coppi - di Sereni, una delle voci più limpide (e delle penne più felici) della cultura italiana del secondo dopoguerra, a partire proprio da quel Diario d'Algeria (1947) in cui il poeta racconta la sua prigionia nell'ultima fase del conflitto.Con il suo "Giochi diplomatici - sport e politica estera nell'Italia del secondo dopoguerra" (edito da Fondazione Benetton Studi e Ricerche/Viella), Nicola Sbetti, storico dello sport e componente della Siss, la Società Italiana di Storia dello Sport, ci porta a scoprire la fitta rete politico-diplomatica che permise all'Italia di tornare nel consesso delle grandi nazioni dello sport internazionale, dopo le tragedie e le fratture della Seconda Guerra Mondiale. olympia@radio24.it la regia della puntata è a cura di Andrea Roccabella
- 29 marzo 2020
Sbetti:"La guerra tra Giappone e Cina fece sfumare i Giochi di Tokyo 1940"
"I Giochi di Tokyo 1940? Il Giappone mosse tutta la propria influenza diplomatica per ottenerli, ma poi il conflitto con la Cina, ancor prima della Seconda Guerra Mondiale, spinse il governo totalitarista ddi Tokyo a rinunciare sia alle Olimpiadi estive che a quelle invernali, assegnate dal Cio a Sapporo". Nicola Sbetti, saggista, studioso e storico dello sport, ricostruisce così a Olympia con Dario Ricci (ogni domenica alle 16.30 e in replica alle 23.10) il percorso che portò alla manccata disputa delle Olimpiadi nipponiche nel 1940
Storie da un' (altra) Olimpiade mancata: Tokyo 1940
Il plauso generale degli atleti di tutto il mondo, e la comprensione di tutti gli appassionati, costretti a rinviare l'appuntamento con i cinque cerchi olimpici. E' stata accolta così la decisione del Cio e governo giapponese. I Giochi di Tokyo vengono rinviati di un anno, causa coronavirus. Decisione sofferta, ma inevitabile, visti i tempi cupi che stiamo attraversando. A Tokyo si andrà, ma nel 2021, sperando che la pandemia sia allora solo un tragico ricordo, e che il mondo sia pronto ai Giochi della rinascita Staremo a vedere cosa accadrà ma intanto, qui a Olympia, vogliamo fare un viaggio nel tempo, e tornare al1940, anno in cui il Giappone avrebbe dovuto ospitare le Olimpiadi per la prima volta nella sua storia e sarebbe stata anche la prima volta in Asia, ma anche in quell'occasione, il sogno a cinque cerchi svanì, e molti campioni - come vedremo - si ritrovarono dal lottare per un podio olimpico al battagliare in trincea. Dario Ricci ne parla con Nicola Sbetti, Marco Impiglia e Gherardo Bonini, studiosi dello sporrt e membri della Siss, la Società Italiana di Storia dello Sport olympia@radio24.it
- 20 luglio 2018
Olympia da sfogliare: i libri di sport da non perdere quest'estate
Libri di sport, preziosi, divertenti, significativi, da non perdere: da mettere nella sacca da portare in spiaggia o nello zaino che ci accompagna in montagna. Arrivano direttamente dagli dèi dello sport alcuni suggerimenti che e presentiamo questa sera a Olympia. Il primo volume è Falsari. Sopravvivere nel calcio dei furbi , edito da Il Ponte Vecchio e scritto da Fabio Benaglia Già autore del grande successo Mio figlio è un fenomeno , in questo libro Benaglia ci offre un apologo sul mondo del calcio attraverso la storia di Roberto Falsari, quattordicenne fuoriclasse del calcio che vive in un angolo sperduto di Brasile. Un giorno viene notato da un procuratore che convince la sua famiglia a portarlo in Italia per un provino. Durante il viaggio in aereo da Rio de Janeiro a Roma, come preparazione Falsari dovrà leggere un libro scritto proprio dal suo nuovo manager, una raccolta di regole per sopravvivere all impatto con il calcio professionistico italiano, e che ben poco hanno a che fare con le qualità atletiche e tecniche. Perché «per fare il calciatore in Italia non basta giocare bene a calcio. Cioè, sarà pure importante, ma non basta. Innanzi tutto, devi recitare. Devi muoverti come vogliono loro, devi dire le cose che si aspettano da te, devi fare le cose che vogliono da te. E allora tutti vedranno in te, Falsari, il simbolo del calcio italiano». Passiamo poi a "Calciopop. Dizionario sentimentale del pallone, scritto dal giornalista Giovanni Tarantino, edito per i tipi de Il PalindromoDa Andy Capp a Corto Maltese, da Figurine a I guerrieri della notte, da Arancia meccanica alle maglie storiche, passando per canzoni più o meno note, le icone utilizzate dai tifosi cariche di storie, tradizioni e simboli mutuati dall immaginario pop sono qui raccolte come voci di un dizionario. Il calcio raccontato in queste pagine è un fenomeno di massa, popolare per vocazione, invasivo e trasversale, che genera un cortocircuito creativo con linguaggi diversi: cinema, fumetto, musica, letteratura, giornalismo. Calciopop è dunque un libro-viaggio da vivere come liberi cittadini dell unica confederazione possibile per chi s imbarca a bordo: quella di Futbolandia. Al Dizionario sentimentale segue un appendice sulla storia e l immaginario del movimento ultras in Italia. Freschi ancora delle emozioni del Mondiale di Russia 2018, segnaliamo infine un altro volume dedicato proprio alla storia della Coppa del Mondo. Nel corso di poco meno di un secolo, da Uruguay 1930 a Mosca 2018, la Coppa del mondo è diventata fenomeno identitario, sociale ed economico. Tanto da ben meritare l attenzione della storiografia, senza più le alzate di spalle per una pratica culturale poco nobile, o per un oggetto di studio considerato troppo popolare. Riccardo Brizzi e Nicola Sbetti sono gli autori di Storia della coppa del mondo di calcio (1930-2018), politica, sport, globalizzazione (Le Monnier). Dopo aver ricostruito la nascita di un sistema di regole codificato, in particolare nella Gran Bretagna del diciannovesimo secolo, il libro si lancia nel racconto, molto ben documentato, dell epopea dei Mondiali. Tra ricchezza di dati, contesti storici ben restituiti, riferimenti di cronaca e di costume, il pallone rimbalza sempre più in alto e i Mondiali, da semplice evento sportivo, rivelano tutto il loro peso specifico in ambito economico, mediatico e soprattutto politico.E così il pallone diventa un filo conduttore che si dipana dai totalitarismi degli anni 30 del Novecento al periodo della guerra fredda, dalla decolonizzazione al trionfo dell era televisiva, dall emergere di nuove potenze economiche mondiali alla difficile gestione degli interessi, sempre più rilevanti, mossi dal gioco più bello del mondo. olympia@radio24.it
- 02 giugno 2018
Quando i Mondiali di calcio segnano la Storia
Arriva puntuale ogni quattro anni questa strana sospensione del tempo, il Campionato mondiale di calcio, a ritmare le nostre esistenze. Anche quelle di chi odia e dribbla il football. Russia 2018 inizia il 14 giugno, con la partita inaugurale tra i padroni di casa e l’Arabia Saudita. La finale si