Massimo Carminati
Trust project- 20 dicembre 2024
- 01 agosto 2024
Pignatone, 45 anni in magistratura: su di lui l’accusa di aver favorito la mafia
È indagato dalla stessa Procura, Caltanissetta, in cui 50 anni fa ha mosso i primi passi come pretore. Giuseppe Pignatone, ex procuratore di Palermo, Reggio Calabria e Roma ora risponde di aver favorito la mafia, in particolare i boss Antonio Buscemi e Francesco Bonura, uomini di Totò Riina, soci
- 09 luglio 2024
Roma, riciclaggio di camorra e ’ndrangheta con mafia capitolina e destra eversiva
Una vera e propria centrale di riciclaggio a Roma al servizio dei clan. È quanto accertato dall’indagine della Direzione investigativa antimafia, al comando del generale Michele Carbone, che ha portato oggi a 18 arresti e al sequestro di beni per oltre 130 milioni. Dall’attività d’indagine, avviata
- 30 settembre 2022
“Mondo di mezzo”: Buzzi arrestato in Calabria dopo sentenza della Cassazione
Operazione dei Carabinieri del Ros, col supporto in fase esecutiva del gruppo Carabinieri di Lamezia Terme. Resta al momento libero Massimo Carminati per cui si prospetta l’affidamento ai servizi sociali
- 01 dicembre 2020
Corte costituzionale: il saluto commosso al presidente Mario Rosario Morelli
Dopo 3 mesi al vertice, lascia la Consulta per scadenza (il 12 dicembre) del suo mandato. La Cassazione ora dovrà eleggere il sostituto. La nomina del prossimo presidente slitta al 17-18 dicembre
- 01 agosto 2020
Bologna, il filo nero di una strage senza mandanti da 40 anni
La Procura generale di Bologna da tre anni sta incastrando le tessere di un puzzle che tenta di svelare i nomi di chi volle il martirio del 2 agosto 1980 e perché. Sempre più chiaro il ruolo dei servizi segreti deviati al soldo della P2 di Licio Gelli
- 20 giugno 2020
Affari, esuli ed estrema destra: il cuore di Massimo Carminati batte forte a Londra
La magistratura ha tolto al “cecato” il passaporto. Timore che possa raggiungere in Uk amici che hanno investito milioni in attività economiche: dall'immobiliare al commercio
- 18 giugno 2020
Ardita (Csm): boss scarcerati, segno che il sistema non tiene più
"E' un sistema penale che è andato in crisi nel suo elemento centrale e cioè nell'esecuzione penitenziaria. Sono usciti moltissimi boss e ciò dà l'impressione che non tenga il sistema. Questo è il punto". Così Sebastiano Ardita, consigliere del Csm a 24 Mattino sulle scarcerazioni degli ultimi mesi. E riferendosi al caso di Massimo Carminati, l'ex Nar scarcerato per decorrenza dei termini di carcerazione preventiva, il magistrato ha aggiunto: "Occorre una riforma che renda più semplice tutto il sistema penale, perché i cittadini comunque non capiranno la circostanza per cui un personaggio ritenuto pericoloso venga scarcerato per motivi di forma. E' incomprensibile per i cittadini, quindi una riforma va fatta e in modo sostanziale. E' un sistema penale che è in sofferenza perché ci sono moltissimi reati e si paga per molto poco".
- 16 giugno 2020
Mondo di Mezzo, Carminati scarcerato. Bonafede manda gli ispettori
Il “Nero” dell’inchiesta Mondo di Mezzo” è tornato libero dopo 5 anni e 7 mesi di detenzione. Alle 13.30 il rilascio dal carcere di Oristano
- 17 febbraio 2020
Londra, 240 società e 4 indirizzi. L’enigma del professionista italiano che le ha create
Il commercialista e avvocato Fabio Castaldi coinvolto in Italia in indagini per evasione fiscale e riciclaggio. La replica: «Ero solo un fiduciario»
- 05 dicembre 2019
La sparizione dei proiettili dell'omicidio Pecorelli - di Daniele Biacchessi
Ci sono casi giudiziari la cui risoluzione spesso non è definitiva. Questa è la storia di quattro proiettili tipo Gievelot usciti da una pistola automatica Beretta 7,65 di un killer che, il 20 marzo 1979, in via Orazio a Roma, uccide il direttore dell'agenzia OP Mino Pecorelli, giornalista vicino all'ambiente dei servizi segreti. Sono reperti finiti nella nuova inchiesta, partita in seguito al sequestro di armi dell'ex militante di Avanguardia nazionale Domenico Magnetta, e che ora non si trovano più. Spariti, volatilizzati dall'Ufficio corpi di reato del Tribunale di Perugia dove si è tenuto il processo. I proiettili Gievelot, assai rari nel mercato ufficiale e clandestino, saranno ritrovati anni dopo l'assassinio di Pecorelli nell'arsenale della Banda della Magliana, nei sotterranei del ministero della Sanita . Per quell'omicidio vengono indagati, processati e poi assolti Giulio Andreotti, Claudio Vitalone, Massimo Carminati e Michelangelo La Barbera, sulla base delle rivelazioni del pentito di mafia Tommaso Buscetta. La procura di Roma intendeva effettuare la comparazione tra i quattro proiettili e una delle armi sequestrate a Magnetta, ma tutto resterà vano. E' la storia del passato che sembra non aver mai fine.
- 12 novembre 2019
Mondo di Mezzo, la Corte d’Appello lascia Buzzi in cella: «può reiterare le corruzioni»
La decisione all’indomani della sentenza della Corte di Cassazione che ha escluso il reato di associazione di tipo mafioso
- 26 ottobre 2019
Mondo di mezzo, revocato il carcere duro all’ex Nar Carminati
La decisione è una probabile conseguenza della pronuncia della Corte di Cassazione che ha fatto cadere per Carminati l’accusa di associazione mafiosa nel processo sul Mondo di mezzo
- 23 ottobre 2019
I giudici: Mondo di Mezzo «non controllava Roma»
Con Massimo Carminati e la sua organizzazione non ci «fu una generalizzata situazione di assoggettamento ed omertà» né di Roma né del quartiere dove operava. Le motivazioni del primo grado che hanno per prima escluso l’ipotesi del reato di associazione mafiosa, probabilmente fatte proprie anche dalla Corte di Cassazione
Mondo di Mezzo, Corte di cassazione: «Non è una mafia»
La Corte di Cassazione pone fine al processo della Procura di Roma. Cadono anche molte delle accuse contestate a Salvatore Buzzi e Massimo Carminati, indicati dall’accusa come soggetti che muovevano le fila del gruppo
- 16 ottobre 2019
Mondo di Mezzo, parte il processo davanti alla Corte di Cassazione
Il primo grado aveva escluso l’ipotesi del reato di associazione mafiosa, poi riconosciuto dalla Corte d’Appello. Ora la parola spetta al terzo grado, anche se già nel 2015 si era espressa a favore dell’accusa dei pm di Roma. Le difese annunciano battaglia
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