Giacomo Rizzolatti
Trust project- 18 luglio 2024
Cattolica: già a 3 anni possiamo capire gli altri con i neuroni specchio
Già a 3 anni i bambini sono capaci di capire gli altri, “specchiarsi” in chi hanno di fronte per imitarlo e per anticiparne le intenzioni. Infatti, sono dotati della sofisticata architettura neurofunzionale sulla quale è basata la comprensione delle intenzioni altrui, i neuroni specchio, già attivi
- 09 gennaio 2023
Neuroscienze alleate per riprogettare gli spazi
Gli studi condotti dal team guidato da Rizzolatti con Lombardini22 esplorano i meccanismi d’interazione con l’ambiente e le forme architettoniche
- 13 febbraio 2022
Quanti padri fondatori ha l’economia? Due, e si chiamano entrambi Adam Smith
Dalla sympathy al self-interest, il dibattito tra gli studiosi sulla compatibilità delle concezioni della natura umana avanzate dall’economista nelle sue opere
- 24 novembre 2020
L’empatia è fondamentale, ma non è sinonimo di essere buoni
Dobbiamo resistere alla tentazione e di adagiarci nella convinzione di “aver fatto la nostra parte” per il solo motivo di essere stati empatici
- 04 agosto 2020
Empatia
A Obiettivo Salute estate parliamo di gentilezza, felicità, perdono, empatia e ottimismo, cinque valori cardine per vivere a lungo sani e felici. In questo viaggio ci accompagna Daniel Lumera, grande esperto nell'area delle scienze del benessere, della qualità della vita e nell'educazione alla consapevolezza e direttore della Fondazione Mylifedesign e autore con la prof.ssa Immaculata De Vivo, epidemiologa alla Harvard School of Public Health, di “La biologia della gentilezza” (Mondadori). Seconda tappa del viaggio empatia. Ospite speciale della puntata il prof. Giacomo Rizzolatti, il neuroscienziato italiano a cui è legata la scoperta dei neuroni specchio
- 19 novembre 2018
L’empatia degli spazi accresce produttività e qualità della vita
Lo percepiamo col corpo. Quando entriamo in una cattedrale gotica lo spirito prende slancio lungo le alte arcate. Se attraversiamo un tunnel basso poco illuminato ci sentiamo minacciati e oppressi. Quando passeggiamo su una passerella proviamo un senso di leggerezza. Esperienze intuitive
- 23 marzo 2016
Il giorno dopo Bruxelles
Ciascuno di noi si confronta quotidianamente con le proprie paure, mettendo in atto strategie per affrontarle o e per evitarle, ma cosa succede quando la paura che proviamo ci viene trasmessa ed è condivisa dalla società? E' una paura più grossa di noi, per la quale ci sembra di non avere strumenti abbastanza efficaci per superarla o metabolizzarla. Così entriamo in uno stato di agitazione che ci porta a chiederci e a evitare le situazioni che ci paiono più rischiose. Dalle Torri Gemelle in poi dopo ogni attacco terroristico, per un certo periodo, la gente ha volato meno, ha viaggiato meno, ha frequentato meno ristoranti e cinema, ecc. Una sorta di evitamento che rischia di renderci psicologicamente più fragili. Ma non solo. Con i nostri esperti chiederemo di capire la differenza tra la paura che si attiva quando pensiamo di essere potenziali vittime di attentati terroristici e quella che nasce dal timore che ai nostri figli possa succedere qualcosa , un incidente proprio come quello che è costato la vita alle ragazze in Erasmus. Ne parliamo con il prof. Alberto Pellai, medico ricercatore università di Milano e psicoterapeuta e il prof. Fabio Sbattella - psicologo e psicoterapeuta didatta, insegna Psicologia delle emozioni all'Università Cattolica di Milano, dove è responsabile dell'Unità di ricerca di psicologia dell'emergenza e dell'assistenza umanitaria. Siamo tutti scossi dagli attacchi terroristici a Bruxelles. Riviviamo come un doloroso deja vu il clima del 13 novembre. E lo facciamo con un senso di impotenza frustrazione paura. Sentimenti per certi versi analoghi a quelli che abbiamo provato per l'incidente in Spagna in cui hanno perso la vita le studentesse italiane. Ogni evento a cui assistiamo o di cui abbiamo notizia attiva emozioni. È nella natura dell'uomo animale sociale capace di empatia e compassione. La nostra capacità di relazionarci con l'altro, di capirne le emozioni e persino di provarle quando le vediamo è dovuta alla presenza di neuroni specchio. Ne parliamo con il prof. Giacomo Rizzolatti che con la sua équipe del Dipartimento di Neuroscienze dell'Università degli Studi di Parma a metà degli anni Novanta li ha scoperti.