Germania Ovest

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BERLINO - Una campagna elettorale breve, ma sulla quale è piovuto di tutto. Dalle spallate di Elon Musk agli episodi di violenza: l’ultimo venerdì 21 febbraio, al Memoriale dell’Olocausto di Berlino. Fino all’ipotesi di un attentato sventato, a complicare ancora di più un voto, che arriva nel

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BRUXELLES – Nella sua Dichiarazione di Budapest, del novembre scorso, il Consiglio europeo ha promesso una «rivoluzione» della regolamentazione. Più di recente il commissario alla strategia industriale Stéphane Séjourné ha preannunciato «uno choc di semplificazione». L’Unione europea è alle prese

Cultura

Si sono sciolti poco prima di mettere a punto un piano assurdo: suonare dal vivo a Saigon, in piena guerra del Vietnam. Ma già il loro inizio è tutt’altro che scontato. Sono cinque militari americani di stanza in Germania Ovest che mettono su un gruppo chiamato Torquays. Suonano cover di Chuck

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22 giugno 1974, stadio di Amburgo. È il 78esimo minuto quando Jurgen Sparwasser, 26enne attaccante del Magdeburgo e della Nazionale della Germania est, batte Sepp Maier, portiere della Germania Ovest, e sigla l'uno a zero che poi sarà decisivo in quel derby mondiale tra le due Germanie, mai disputato prima, e che mai più sarà ripetuto. Quel pallone, contemporaneamente, entra dritto dritto non solo nella porta di Maier, ma anche nella grande Storia, simbolo della guerra Fredda, della contrapposizione tra sistemi politici, economici, ideologici, che resterà in piedi fino allo sgretolamento del Muro di Berlino nel 1989. E oggi qui a Olympia di quel gol e dei suoi tanti significati parliamo appunto grazie a un libro prezioso, edito da Minerva e intitolato “Sparwasser - L'eroe che tradì” scritto dal collega di Tuttosport Giovanni Tosco insieme a colui che quella storica rete, quel 22 giugno 1974 la mise a segno.Jurgen Sparwasser e Giovanni Tosco sono oggi ospiti di Olympia, la città dello sport.olympia@radio24.itLa regia della puntata è a cura di Anna Elena Riva

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"L'eredità di quel gol? Il ricordo certamente, ma anche la testimonianza di un calcio che dopo il crollo del Muro si è sgretolato con esso, e che aveva organizzazione e talenti che lo resero competitivo a livello europeo, olimpico e mondiale, con la Nazionale e diversi club": così a Olympia (ogni domenica h1630 su Radio24-IlSole24Ore) Giovanni Tosco, giornalista di Tuttosport e autore del volume "Sparwasser l'eroe che tradì", edito da Minerva.

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"Il mio gol? Lo ammetto, fui agevolato dall'aver controllato male il pallone! Quella parabola imprevedibile beffò i difensori della Germania Ovest; il resto lo fece la freddezza e l'istinto dell'attaccante": a più di mezzo secolo di distanza, Jurgen Sparwasser rivive così a Olympia (ogni domenica h1630 su Radio24-IlSole24Ore) lo storico gol che decise a favore della Germania dell'Est la sfida contro i tedeschi dell'Ovest (poi campioni) durante i mondiali di calcio del 1974, disputatisi proprio nella Germania occidentale.

Cultura

Le vite degli altri, quelli che la Stasi pedinava come pericolosi sovversivi per perpetrare il potere della Ddr, scesero in campo ad Amburgo, al Volksparkstadion. Era il 22 giugno 1974, Mondiali di calcio in Germania. Di fronte, si trovano, per l’unica volta nella storia, le due Germanie. Est e

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«La Germania Est (DDR) aveva un odore intenso di abrasivo, cera per pavimenti e trementina» - scrive Angela Merkel nelle prime pagine delle sue memorie -. Tutt’altra cosa rispetto al «profumo d’occidente» che esalava dai pacchi dono con sapone e caffè che arrivavano dai parenti della Germania

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Le elezioni americane del 5 novembre 2024, tra le più polarizzate di sempre, hanno riportato d'attualità una sfilza di canzoni che nei vari decenni hanno chiamato in causa i vari presidenti Usa, spesso criticandoli in maniera feroce.

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Dopo il Profeta del gol se ne va anche il suo più fedele scudiero. Accanto a Cruijff era l’«altro Johan» simbolo del calcio totale, di quell’Olanda due volte finalista ai Mondiali negli anni Settanta: Johan Neeskens, il numero 13, perno centrale della mediana degli Orange, è morto a 73 anni. Chi ha

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Mondo

L’estrema destra tedesca ha scelto il no alle rinnovabili come cavallo di battaglia della sua campagna elettorale in Sassonia, Turingia e Brandeburgo, insieme all’immigrazione. Lo aveva già fatto in vista del voto per l’Europarlamento, in compagnia dei partiti di destra e conservatori di altri

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FRANCOFORTE - Brandmauer in tedesco è quel “muro resistente al fuoco che argina la propagazione degli incendi” ma nel gergo politico in Germania sta a indicare il muro eretto dai partiti tradizionali moderati (cristiano-democratici, socialdemocratici, verdi, liberali e sinistra) per arginare