Dario Ceccarelli

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Animo, non tutto è perduto. Secondo l’Intelligenza Artificiale, usata anche nelle previsioni calcistiche, tra meno di 30 anni, nel 2054, l’Italia vincerà per la quinta volta la Coppa del Mondo. Cioè 48 anni dopo il trionfo di Berlino. Non è un vaticinio proprio confortante, ma vista l’aria che

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Chi ci capisce è bravo. In un torneo che continua a ridisegnare il vertice della classifica, con Napoli e Roma sorprendentemente in vetta, il nuovo tonfo della Juventus surriscalda ulteriormente un campionato già reso incandescente dalle polemiche sulla sconfitta dell’Inter al Maradona.

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In un week end così, dove spettacolo e gol sono stati solo un optional, guarda chi si rivede: Rafael Leao, simbolo quanto mai di genio e sregolatezza, di talento e svagatezza, di arte pedatoria applicata allo spreco.

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E’ una di quelle storie che non finiscono. Che ci riportano a come eravamo. E che ci fanno capire meglio di mille saggi come l’Italia - anche quella del costume e dei pregiudizi - sia cambiata. Probabilmente in meglio, anche se ogni epoca, lo sappiamo, ha le sue ipocrisie e i suoi tabù.

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Imperfetta civiltà. E’ un bel titolo ma soprattutto un tema di grandissima attualità quello che propone il quarto festival di Vidas (“Incontro”) che si svolge per tre giorni (dal 17 al 19 ottobre) al Teatro Franco Parenti di Milano.

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Dove è finita la magia? Non vi capita mai di pensare a cosa diavolo sia successo al calcio italiano? Non vi capita, anche dopo questa basica vittoria sull’Estonia (1-3), che non basta neppure a garantirci un secondo posto per i playoff (domani a Udine con Israele dobbiamo almeno pareggiare), di

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Pur sapendo di non darvi una grande notizia (semmai la notizia sarebbe se avesse perso,come l’uomo che morde il cane), partiamo dalla nuova straordinaria vittoria di Tadej Pogacar al 119esimo Giro di Lombardia.

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Mai fidarsi delle apparenze. Soprattutto nel nostro calcio. “Juve-Milan sarà spettacolo” era il mantra della vigilia. Una super sfida da scudetto, un esame per grandi, la battaglia dei giganti e via gonfiando come la rana della favola di Esopo che alla fine scoppia per sembrare più grande di quello

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La musica è bella ma sempre quella. Ormai bisognerà dare una medaglia, oltre che a Pogacar, anche ai poveri telecronisti che quando in corsa c’è lo sloveno, non sapendo più cosa inventarsi, devono dire la qualunque per non far addormentare gli spettatori. E’ una fatica, davvero. Uno stimolante

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Ma cosa sta succedendo? Vero che il mondo si sta rovesciando, e che ogni cosa diventa il suo contrario, ma questa vittoria (2-1) del Milan di Allegri sul Napoli di Conte è proprio la rappresentazione plastica di come ormai non ci siano più certezze.

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Il Diabolico Marziano ci aveva ingannato. Nettamente battuto una settimana fa alla cronometro da Evenepoel, ci aveva fatto credere che perfino lui, Tadej Pogacar, il nuovo cannibale del ciclismo, era un povero umano come tutti noi.

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Prima di parlare della vittoria un po’ troppo sofferta dell’Inter sul Sassuolo (2-1), della frenata della Juve con il Verona e del ruggito del Milan che strapazza l’Udinese, è di rigore parlare di rigori perchè se sbagliare è umano, perseverare nell’errore diventa ridicolo. E al ridicolo, come

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Venghino signori, venghino. Lo spettacolo vale il prezzo del biglietto. Vedrete cose che voi umani, appassionati di calcio, non avete visto mai. Il portiere con le mani di burro, il difensore appisolato come un bradipo, il bomber che segna senza esultare ma ride invece quando vanno in rete gli

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Dopo una domenica cosi carica di emozioni, con la nuova impresa delle splendide ragazze del volley e quella meno fortunata di Sinner nel tennis, diventa difficile tornare a parlare di calcio e della nostra Nazionale che stasera, dopo la goleada con l’Estonia, affronterà Israele con le ansie che

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Ecco il primo botto di questo campionato. Che conferma quanto il calcio sia imprevedibile e spesso beffardo. Dopo la cinquina al Torino, ti aspetti un’Inter che spacca. Che replica il successo con un’altra goleada che le permetta di riagganciare le prime della classe che corrono a punteggio pieno.